La riforma OCM del vino non finisce mai di far parlare di sè. E’ il turno della Coldiretti che proprio non ci sta alla possibilità di etichettare con la dicitura generica vino comunitario:
“E’ possibile importare vino sfuso a basso costo da altri paesi meno vocati nella produzione per miscelarlo con quello nazionale per poi venderlo sotto marchi aziendali Made in Italy e magari riportando con grande evidenza in etichetta anche il nome del vitigno che richiama a produzioni territoriali di fama, come previsto dalla recente riforma dell’organizzazione comune di mercato”
Inosomma, per la Coldiretti: un inganno! Una spinta verso l’omologazione al basso del vino italiano che, invece, lo sappiamo tutti quanto sia vario al suo interno. E questo proprio mentre la vendemmia di quest’anno dovrebbe garantire all’Italia il sorpasso nei confronti dei diretti concorrenti francesi; proprio mentre il prosecco italiano all’estero, dove viene spedita un terzo della produzione, fa concorrenza allo champagne con le vendite che complessivamente sono raddoppiate negli ultimi 15 anni saturando il mercato tedesco;
2 commenti:
Grazie per il link. Ne approfitto per inserisco il vostro blog nel mio feed reader.
Correzione precedente: "per inserire" :)
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